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Tante iniziative, per celebrare i cento anni dell’Istituto Tecnico “Sallustio Bandini” di Siena, stanno caratterizzando questo mese di novembre. La scuola che ha già provveduto, in due momenti diversi (in maggio e novembre), a presentare pubblicamente il libro dedicato alla storia centenaria del “Bandini”, si appresta adesso a concludere i festeggiamenti con la grande festa del prossimo 25 novembre. Intanto, nei giorni scorsi, le classi quinte hanno partecipato ad una commemorazione/conferenza per ricordare Alessandro Foligno, studente del “Bandini” che nell’autunno 1938 fu espulso da scuola perché ebreo. Sempre in tema di Memoria, grazie alla collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza, il “Bandini” ha ricordato due suoi studenti morti per la libertà durante la seconda guerra mondiale. Il prof. Fabio Masotti ha raccontato la tragica fine del partigiano Luciano Panti, ucciso dai fascisti nello scontro di Rigosecco (gennaio 1944). Panti – alunno del “Bandini” – decise di non aderire alla Repubblica Sociale mussoliniana, diventando partigiano. Sempre Masotti ha spiegato infine la vicenda del patriota Giorgio Domenichini, uno dei caduti di Vicobello. Domenichini perse la vita poche settimane dopo aver conseguito il diploma al “Bandini”. Nell’ambito del centenario, il “Bandini” vuole dunque omaggiare questi suoi “eroi” con una iniziativa ad hoc.
La scorsa settimana, poi, grazie alla collaborazione del Comune di Siena (giunta ed assessorato all’Ambiente), è stata potata la palma all’ingresso del “Bandini”. Si tratta di preservare la Memoria storica del “Bandini”. Nel 1965, infatti, quando la scuola si trasferì in via Battisti dalla vecchia sede di via San Quirico, gli studenti fecero una colletta per acquistare due palme da piantare vicino all’ingresso del nuovo istituto. Si tenne una vera e propria cerimonia durante la quale i giovani bandiniani piantarono le palme, in modo da rimandare la memoria alla vecchia sede (la cui peculiarità era – ed è ancora oggi – la presenza di due alte palme davanti alla facciata). Una palma ha resistito fino ad oggi e per questo è stata potata e sistemata in occasione del centenario. Venerdì 25, sarà piantata infine una nuova palma nel punto in cui c’era, fino a qualche anno fa, la seconda palma voluta dai ragazzi ma poi morta nei decenni successivi.
Grande Festa del Centenario. Venerdì 25 novembre sarà una giornata importante per il “Bandini” che chiama a raccolta tutti i suoi studenti ed insegnanti, di ieri e di oggi. Nel pomeriggio, infatti, si terrà una serie di iniziative a cui tutti gli “ex” sono invitati a partecipare. Il programma:
ore 17,30: intitolazione dell’aula magna (recentemente ristrutturata dalla Provincia di Siena) alla memoria della preside Lydia Gori. La prof.ssa Gori, scomparsa due anni fa, è un vero e proprio personaggio, rimasto impresso nelle menti dei tanti bandiniani diplomatisi negli anni ’50-’60 e ’70. Lydia Gori si è diplomata al “Bandini” negli anni Venti, dove poi ha insegnato dagli inizi degli anni Quaranta. La “signorina Preside” ha preso il comando dell’Istituto nel 1949, lasciandolo nel 1977. Ha vissuto gli anni del grande sviluppo del “Bandini”, dedicandosi 24 ore su 24 alla scuola.
Ore 17,45: il preside Claudio Cereda saluta gli intervenuti. Prenderanno poi la parola rappresentanti degli enti locali, della banca Monte dei Paschi e il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini (ex studente del “Bandini”).
Ore 18: proiezione del documentario “Forza Istituto avanti avanti…”, curato dal giornalista Juri Guerranti. Nei 70 minuti di filmato, si ripercorrono i cento anni del “Bandini” attraverso centinaia di fotografie e di documenti d’epoca. La particolarità del documentario è che il racconto si sviluppa soprattutto grazie ai ricordi di oltre 60 persone (ex studenti, ex insegnanti, ex impiegati) che hanno rilasciato interviste ad hoc, rispondendo all’appello lanciato dalla scuola che chiedeva testimonianze da parte della gente. Ex bandiniani di tutte le età (si va dal diplomato nel 1939 alla diplomata nel 2009) hanno contribuito al video che documenta dettagliatamente ogni decennio.
Ore 19,30: cena a buffet con animazione. Dopo la proiezione del film, spazio alla cena (gratuita e libera) in aula magna, durante la quale gli intervenuti saranno intrattenuti da una conduttrice che animerà la serata coinvolgendo il pubblico. L’occasione per tanti “ex” compagni di classe di ritrovarsi negli ambienti del “Bandini”.
Dalle ore 17: stand Poste italiane per annullo filatelico speciale. Per tutta la durata delle iniziative, presso il “Bandini” sarà attivato lo stand di Poste, dove sarà possibile farsi timbrare le cartoline commemorative dell’evento , con l’annullo filatelico speciale creato ad hoc per il centenario del “Bandini”. L’occasione per i tanti diplomati del “Bandini” (ma anche per i semplici cittadini appassionati di filatelia) di portarsi a casa un ricordo unico dell’evento.
Dalle ore 17 in poi: distribuzione continua del libro “Il glorioso Istituto Tecnico di Siena” e del documentario “Forza Istituto avanti avanti”.
Per informazioni: 0577.49197; mail: centoannidelbandini@libero.it; Facebook Istituto Bandini Cento anni; www.istitutobandini.it
Il progetto “Bandini Memoria” si realizza grazie ai contributi di Banca Mps, Fondazione Mps, Provincia di Siena e Comune di Siena.
LA STORIA DELL’ISTITUTO TECNICO “BANDINI”
Il primo anno scolastico all’Istituto Tecnico “Sallustio Bandini” di Siena – che festeggia quest’anno cento anni – inizia l’8 novembre 1911. Una scuola che ha visto crescere, nelle sue aule, generazioni di senesi e non solo (specie grossetani e fiorentini), attraversando cento anni di storia italiana. “Quando la maggiore istituzione cittadina, il Monte dei Paschi, iniziò la espansione dell’attività sua in provincia e fuori, avviandosi a divenire una banca di importanza nazionale, nacque spontaneo nella cittadinanza il desiderio che una scuola sorgesse a preparare elementi locali idonei, ai quali quella istituzione potesse con fiducia ricorrere”. E’ con queste parole che, nel 1923, il professor Funaioli descrive la nascita dell’Istituto. Negli anni Dieci, un gruppo di padri di famiglia decide così di creare un Istituto Tecnico privato, la cui direzione è affidata al professor Filippo Virgilii. Dopo un’annata di prova, l’8 novembre 1911 comincia l’anno scolastico all’Istituto Tecnico che usufruisce di alcuni locali del Circolo Filologico (si trasferirà poi in uno stabile in via delle Terme). La neonata scuola privata è subito intitolata a Sallustio Bandini. Nonostante riceva alcuni contributi da istituzioni locali, l’Istituto – che sopravvive soprattutto grazie alle rette pagate dalle famiglie – lamenta problemi di cassa. Si accende quindi un grosso dibattito in tutta la provincia, con i vari comuni che danno il loro appoggio morale al progetto e decine di cittadini che chiedono a gran voce che le istituzioni senesi facciano la loro parte.
Così, il 24 ottobre 1914 è costituito il Consorzio formato da Provincia di Siena (che assume la presidenza), Comune di Siena, Camera di Commercio e Monte dei Paschi di Siena. Formalmente, la Società di esecutori di Pie disposizioni non prende parte al neonato Consorzio, assumendosi comunque l’impegno di concorrere al mantenimento della scuola. Dall’anno scolastico 1914-1915 inizia a funzionare l’Istituto Tecnico consorziale, che ha lo scopo dichiarato di ottenere il prima possibile il pareggiamento. La presidenza è affidata a Pacifico Provasi. Nel settembre 1915 avviene il trasferimento nella nuova sede: al secondo piano del palazzo Marsili Libelli in via di Città.
Lo sviluppo del “Bandini” coincide con gli anni della prima guerra mondiale quando alcuni docenti e studenti partono per il fronte. Chi resta, invece, si dedica ad accogliere fraternamente i profughi del nord-est invaso. Nel settembre 1918 l’Istituto ottiene il pareggiamento. Subito dopo attiva la Sezione fisico-matematica (che si affianca a quelle di Ragioneria e di Agrimensura), il cui diploma permette di accedere a diverse facoltà scientifiche a livello universitario. E’ del 1919 il trasferimento nel palazzo in via S.Quirico, stabile che il “Bandini” occuperà fino al 1968. Nel 1923, con la Riforma Gentile, il “Bandini” attiva il corso inferiore (di durata quadriennale) ed il corso superiore dell’Istituto Tecnico (con le sezioni di Ragioneria e di Geometri). Sempre negli anni Venti, il “Bandini” conosce la fascistizzazione dello stato. Nel dicembre 1925, all’Istituto arrivano decine di circolari che sanciscono di fatto la dittatura di Mussolini. Come nel resto d’Italia, anche al “Bandini” ci si adegua alle nuove disposizioni, con i professori che hanno adesso un compito nuovo: educare i giovani secondo i valori fascisti.
Intanto, nel 1934 la scuola è regificata. Quattro anni dopo, poi, anche al “Bandini” sono allontanati gli ebrei: un giovane del corso Ragioneria è cacciato perché israelita. Durante la seconda guerra mondiale, l’Istituto conosce infine gli anni bui della Repubblica sociale mussoliniana e dell’occupazione tedesca di Siena, con decine di repubblichini che sostengono gli esami all’Istituto e altri giovani che invece lasciano le aule per nascondersi o per diventare partigiani (gli studenti Luciano Panti e Giorgio Domenichini moriranno in quel 1944). Nel marzo 1944, il preside Vegni (in carica dal 1925) viene arrestato dai fascisti (e condotto in carcere per un mese) reo di aver inviato, il 26 luglio 1943, un messaggio d’auguri al primo ministro Badoglio. Finita la guerra, iniziano gli anni della Ricostruzione che coincidono con lo sviluppo del “Bandini”, sotto la guida della mitica preside Lydia Gori (dal 1949 al 1977 al comando dell’Istituto). Il “Bandini” si conferma punto di riferimento per chi vuole lavorare in banca. Non è un caso che nel 1958 il Monte dei Paschi apra, nei locali scolastici, il “Banco Modello” per preparare i futuri bancari. Nel 1965 avviene il trasferimento a San Prospero. Seguiranno gli anni della contestazione, con gli scioperi di massa e le punizioni collettive. Il Sessantotto vede centinaia di ragazzi del “Bandini” manifestare per chiedere riforme. Grazie ai decreti delegati del 1974, la scuola viene “democratizzata”: si tengono le prime elezioni che portano genitori, docenti e studenti a scegliere i propri rappresentanti. Gli anni Settanta sono gli anni delle assemblee generali e delle autogestioni. Non manca poi la condanna collettiva al terrorismo, con le lezioni che si interrompono immediatamente alla notizia del ritrovamento del cadavere di Moro. La rivoluzione informatica caratterizza gli anni Ottanta, quando non mancano le prime esperienze di scambi socioculturali con altre scuole europee. Se gli anni Ottanta sono anni tranquilli, i Novanta vedono numerose proteste studentesche, con le occupazioni che caratterizzano il decennio: centinaia di bandiniani protestano contro i vari ministri in carica. Intanto, il “Bandini” attiva i corsi sperimentali che saranno archiviati con la Riforma Gelmini, che permette all’Istituto di attivare il nuovo indirizzo per il turismo. La storia del “Bandini” è raccontata dettagliatamente nel volume “Il glorioso Istituto Tecnico di Siena” e nel documentario “Forza Istituto avanti avanti”, ambedue curati da Juri Guerranti.
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