Il percorso formativo per diventare traduttore professionale

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Il percorso formativo che è necessario seguire per diventare traduttore professionale può variare a seconda del corso di studi che si è intenzionati a frequentare. Si può optare, per esempio, per una laurea in lingue e letterature straniere o moderne, scegliendo gli idiomi a cui ci si vuole dedicare oltre all’inglese; in alternativa, si può fare riferimento alle scuole e ai corsi per traduttori e interpreti, con lezioni che nella maggior parte dei casi vengono messe a disposizione da parte di strutture private e che, in linea di massima, si concentrano in modo particolare sulle tecniche di traduzione e su quelle di interpretariato. Imparare a distinguere la qualità è l’utilità di tali corsi è molto importante, tenendo anche conto del fatto che ve ne sono alcuni equipollenti rispetto alle lauree triennali.

Naturalmente, una volta che si è ottenuta la laurea a conclusione di un percorso triennale non è detto che ci si debba immettere per forza nel mondo del lavoro: se lo si desidera, si può proseguire con gli studi, arrivando a una laurea in traduzione specializzata, che non è altro che una laurea completa in traduzione di testi tecnici o scientifici, di testi letterari o di testi giuridici. Ciò non toglie che la conoscenza di una o più lingue si possa introiettare e acquisire senza che sia obbligatorio frequentare un corso di laurea: a volte le esperienze in loco – di studio o di lavoro – sono molto più redditizie rispetto a quel che insegnano i libri

Eppure diventare un traduttore professionale non vuol dire solo conoscere una lingua straniera nel miglior modo possibile, ma anche e soprattutto essere in grado di padroneggiarla in tutte le sue sfaccettature: il che significa, per esempio, essere capaci di analizzare un testo e comprendere il contesto in cui è inserito e in cui è stato realizzato. Oltre a questo, è opportuno saper maneggiare e conoscere molteplici tecniche di ricerca, in relazione al trattamento delle fonti e della documentazione. Infine, un’ultima ma non meno importante capacità ha a che fare con la conoscenza e la comprensione della cultura da cui proviene la lingua.

Il percorso formativo che è necessario seguire per diventare traduttore professionale può variare a seconda del corso di studi che si è intenzionati a frequentare. Si può optare, per esempio, per una laurea in lingue e letterature straniere o moderne, scegliendo gli idiomi a cui ci si vuole dedicare oltre all’inglese; in alternativa, si può fare riferimento alle scuole e ai corsi per traduttori e interpreti, con lezioni che nella maggior parte dei casi vengono messe a disposizione da parte di strutture private e che, in linea di massima, si concentrano in modo particolare sulle tecniche di traduzione e su quelle di interpretariato. Imparare a distinguere la qualità è l’utilità di tali corsi è molto importante, tenendo anche conto del fatto che ve ne sono alcuni equipollenti rispetto alle lauree triennali.

Naturalmente, una volta che si è ottenuta la laurea a conclusione di un percorso triennale non è detto che ci si debba immettere per forza nel mondo del lavoro: se lo si desidera, si può proseguire con gli studi, arrivando a una laurea in traduzione specializzata, che non è altro che una laurea completa in traduzione di testi tecnici o scientifici, di testi letterari o di testi giuridici. Ciò non toglie che la conoscenza di una o più lingue si possa introiettare e acquisire senza che sia obbligatorio frequentare un corso di laurea: a volte le esperienze in loco – di studio o di lavoro – sono molto più redditizie rispetto a quel che insegnano i libri

Eppure diventare un traduttore professionale non vuol dire solo conoscere una lingua straniera nel miglior modo possibile, ma anche e soprattutto essere in grado di padroneggiarla in tutte le sue sfaccettature: il che significa, per esempio, essere capaci di analizzare un testo e comprendere il contesto in cui è inserito e in cui è stato realizzato. Oltre a questo, è opportuno saper maneggiare e conoscere molteplici tecniche di ricerca, in relazione al trattamento delle fonti e della documentazione. Infine, un’ultima ma non meno importante capacità ha a che fare con la conoscenza e la comprensione della cultura da cui proviene la lingua.