Complice l’evoluzione delle abitudini alimentari, i bambini “obesi” sul territorio italiano sono sempre di più. A crescere è, di conseguenza, anche la fetta di mamme che chiedono interventi di liposuzione per la propria prole: a certificarlo sono gli esperti della Fondazione Italiana per la Lotta all’Obesità Infantile, secondo cui la domanda di liposuzione per i giovanissimi starebbe aumentando del 2 per cento ogni anno.
Una tendenza diffusa soprattutto in alcuni mercati internazionali, che tuttavia trova una ferma opposizione all’interno dei confini tricolori. “Noi rifutiamo” – ha ad esempio precisato sulle pagine di Salute 24 Marco Gasparotti, chirurgo presidente della Fondazione Italiana per la Lotta all’Obesità Infantile – “mentre ad esempio negli Usa la chirurgia bariatrica sugli adolescenti sta diventando la norma, ma è un approccio sbagliato”.
In Italia, sostiene la Fondazione, i bambini con problemi di peso sarebbero il 23 per cento, mentre sarebbe del 12 per cento la quota di bambini obesi sul nostro territorio che – anziché puntare alla liposuzione – potrebbero ripristinare un equilibrio di benessere attraverso sport e sana alimentazione.
Per quanto ovvio, considerando la giovanissima età di questi potenziali pazienti, la responsabilità non può che ricadere sui genitori. Ad esserne convinto è Manuel Castello, presidente dell’Accademia Internazionale di Pediatria, che sulle pagine dello stesso magazine ricorda come “fino ai dodici anni le mamme pensano che il bambino debba essere grasso, poi invece vogliono che dimagrisca. In realtà la prevenzione inizia già durante la gravidanza”.
Gli fa eco lo stesso presidente Gasparotti, che ricorda come le mamme spesso “non capiscono che per il bimbo l’obesità non è un peccato estetico ma una condanna per la vita, perchè chi ne soffre è destinato a diventare un adulto malato”.
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