Sinergia tra hard e soft skills nell’era dell’Intelligenza artificiale

Di Stefano Sergi, Daniela Musarella, Roberta Musarella

Negli ultimi anni, l’emergere dell’intelligenza artificiale (IA) ha trasformato il 

mondo del lavoro e delle professioni, influenzando profondamente le

 competenze richieste dal relativo mercato. In questo articolo si analizza  

l’interazione tra hard skills e soft skills nell’era dell’IA, evidenziando come le 

tecnologie emergenti stiano rimodellando le competenze tecniche e

 interpersonali necessarie per avere successo in vari settori, e ponendo

 l’attenzione sull’istruzione e formazione professionale Si sottolinea altresì

 l’importanza di un approccio integrato atto a valorizzare tanto le competenze

 tecniche quanto quelle relazionali, per preparare i lavoratori alle sfide future in 

un contesto dominato dall’IA.

Hard e soft skills: definizioni

Nell’ambito delle risorse umane e dello sviluppo professionale, le competenze 

possono essere classificate in due categorie principali: hard skills e soft skills.

 Queste due tipologie di competenze sono fondamentali per il successo 

individuale e collettivo in diversi contesti lavorativi e accademici.

Le Hard skills (competenze tecniche) si riferiscono ad abilità specifiche e 

misurabili che una persona può acquisire attraverso l’istruzione, la formazione

 e l’esperienza pratica. Queste competenze sono tipicamente quantificabili e 

possono includere: conoscenze tecniche (es. programmazione, utilizzo di 

software specifici), lingue straniere, competenze matematiche e analitiche,

 certificazioni professionali (es. CPA, PMP) e conoscenze in ambito scientifico 

(es. laboratorio, ricerca). Le hard skills sono spesso oggetto di valutazione 

attraverso test standardizzati, esami o prove pratiche e sono fondamentali per

 svolgere compiti specifici in un determinato ruolo lavorativo.

Di contro, una definizione di soft skills può essere:

“Capacità che includono tratti della personalità, comportamenti sociali, comunicazione efficace, abitudini personali e positività che caratterizzano le persone in diversa misura e che integrano le conoscenze tecniche richieste per un lavoro”. 

 Le soft skills (competenze relazionali) si riferiscono ad abilità 

interpersonali e intrapersonali che influenzano il modo in cui una persona 

interagisce con gli altri e gestisce il proprio lavoro. Queste competenze sono 

meno tangibili e più difficili da misurare rispetto alle hard skills. Si ricordano, tra 

le altre: comunicazione efficace, lavoro di squadra e collaborazione, leadership

 e gestione del conflitto, pensiero critico e problem solving, adattabilità e

 flessibilità, intelligenza emotiva. Le soft skills sono essenziali per creare un 

ambiente di lavoro positivo e produttivo e sono sempre più richieste dai datori 

di lavoro, poiché contribuiscono a migliorare le dinamiche di gruppo e la 

soddisfazione lavorativa.

Hard e soft skills nel panorama legislativo: cenni

 In molti paesi, le normative sull’istruzione e la formazione professionale 

mirano a garantire che gli studenti acquisiscano le skills necessarie per 

entrare nel mercato del lavoro.

 Ad esempio, in Italia, la legge 53/2003 ha stabilito le norme per la riforma del 

sistema educativo e promosso l’importanza delle competenze trasversali (soft 

skills) nel percorso formativo.

Successivamente, la Legge 107/2015 (Buona Scuola) ha introdotto importanti 

riforme nel sistema educativo italiano, ponendo attenzione sulle competenze 

che gli studenti devono acquisire, incluse le soft skills come il lavoro di 

squadra, la comunicazione e la gestione del tempo. Il relativo decreto di 

attuazione, il Decreto Legislativo 61/2017, ha promosso l’acquisizione di 

competenze tecniche. Le Linee guida per l’orientamento, pubblicate dal 

Ministero dell’Istruzione sottolineano tra l’altro, l’importanza dell’orientamento 

scolastico e professionale, che include lo sviluppo delle soft skills.

Il più recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha incluso

 misure per migliorare le competenze professionali e personali dei giovani, 

evidenziando l’importanza di una formazione che integri sia hard che soft 

skills.

A livello sovranazionale, l’Unione Europea ha sviluppato iniziative come il 

Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) che mira a standardizzare le 

competenze e le qualifiche tra i vari Stati membri, facilitando la mobilità

 lavorativa e il riconoscimento delle hard skills, fornendo un framework per le 

competenze e le qualifiche utilizzato anche in Italia per migliorare

l’apprendimento e il riconoscimento delle competenze.

 Il programma europeo Programma Erasmus+ sostiene la mobilità e lo

 scambio di studenti, promuovendo l’acquisizione di competenze trasversali e 

professionali.

 Skills e Intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale (IA) si è affermata in molti campi delle 

attività umane i suoi progressi sono stati notevoli e sorprendenti. Nel mondo

 del lavoro oltre alle competenze tecniche (hard skills) per svolgere un

 particolare ruolo, sono molto importanti le competenze trasversali, o soft 

skills. È opportuno sottolineare come tali abilità siano molteplici e la 

loro valutazione si possa contestualizzare. Ciò che può essere 

considerata una competenza trasversale in un settore potrebbe essere una 

capacità tecnica in un altro.

Ad esempio, la gestione dei progetti può essere ritenuta un requisito 

necessario per un ingegnere civile, ma una competenza solo desiderabile per 

un ingegnere elettrico; le competenze organizzative e gestionali sono 

fondamentali per un manager, ma non, ad esempio, per un cassiere di un

 negozio. Ne consegue che Il cambiamento portato dall’ IA   sia evidente in 

ogni settore. Tuttavia, per affrontare le nuove sfide in un mercato in

 continua evoluzione, non basta solo padroneggiare le nuove tecnologie, 

risultano infatti indispensabili le soft skills, come ad esempio

 l’empatia, la collaborazione e il pensiero critico. I professionisti delle risorse

 umane riconoscono che nell’era dell’intelligenza artificiale le soft skills 

integrino le conoscenze puramente tecniche e migliorino la 

performance del personale al fine di garantire alle aziende un ambiente 

lavorativo produttivo ed efficiente. I selezionatori cercano candidati che

 abbiano sia le competenze tecniche specifiche richieste per svolgere

 determinati compiti, sia le soft skills come ad esempio la capacità di lavorare  

in team, e di adeguarsi rapidamente alle dinamiche aziendali. E’ altresì 

necessario rispondere ai quesiti di natura etica che pone l’intelligenza 

artificiale, che sta indubbiamente rivoluzionando la gestione aziendale e il 

 mondo del lavoro e delle professioni. Nonostante l’IA abbia la 

capacità di analizzare dati, risolvere problemi e svolgere compiti creativi di 

base, nel contesto lavorativo, e non solo, sono gli esseri umani a fare la 

differenza grazie alla creatività, al pensiero innovativo e all’adattamento a

 nuovi scenari. È quindi fondamentale acquisire quelle soft skills che 

permettono di essere competitivi e garantirsi un posto nel mondo del lavoro di 

oggi e del futuro.

Secondo gli esperti di trasformazione digitale, acquisire e potenziare alcune

 particolari soft skills è essenziale per le esigenze dello scenario lavorativo

 nell’era dell’intelligenza artificiale. Esse sono, tra le altre, la creatività

in quanto le macchine non possono ancora competere con gli esseri umani 

quando si tratta di creare, immaginare, inventare o semplicemente sognare;

il pensiero analitico e critico poiché l’abilità di pensare in modo analitico 

sarà sempre più preziosa per proporre idee innovative o risolvere problemi 

complessi; l’intelligenza emotiva (tanto cara a Goleman),è chiaro infatti che 

nemmeno i devices più sofisticati sono in grado di replicare la capacità di 

controllare ed esprimere le proprie emozioni e di essere consapevoli di quelle 

degli altri; la capacità di comunicazione intrapersonale che consente lo 

scambio di informazioni con le persone e l’interazione in modo chiaro.

 Si ricordano inoltre l’apprendimento attivo con mentalità di crescita, inteso

 come la capacità di accettare nuove sfide, imparare dagli errori e cercare 

attivamente di espandere le proprie conoscenze; la capacità di giudizio e 

decisione in quanto la tecnologia aiuta, ma sono ancora gli esseri umani a 

considerare tutte le possibili implicazioni e i risultati, prendendo le relative 

decisioni; la capacità di leadership che consente di dirigere e coordinare 

gruppi di lavoro che collaborano nell’utilizzo delle risorse tecniche disponibili.


Infine si fa riferimento alla diversità e intelligenza culturale. Gli ambienti 

lavorativi sono sempre più diversi e aperti, e i lavoratori dovranno essere in 

grado di rispettarsi, confrontarsi con diversi modi di essere, pensare e 

percepire il mondo, adattandosi reciprocamente.

Queste skills, hard e soft, non solo sono determinanti e indispensabili ma 

consentono anche di essere flessibili per affrontare le sfide future che 

riserveranno il mondo del lavoro e la società stessa in continua evoluzione.

Conclusioni

Il ruolo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo si evolve continuamente

e il suo impatto è ormai molto evidente. Per affrontare le sfide di 

un mercato sempre più tecnologico, tuttavia, non è sufficiente acquisire 

conoscenze sulle nuove tecnologie. Se si vuole migliorare il valore 

complessivo di un team è necessario sviluppare specifiche hard e soft skills 

per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’uso dell ‘IA.

A riguardo, la celebre sociologa e tecnologa statunitense Sherry Turkle 

sostiene che:” La tecnologia ci offre l’opportunità di comunicare ma non 

sempre ci garantisce la connessione autentica che solo le relazioni umane

 possono creare”.